Si è svolta ieri, a Palazzo d’Accursio, la conferenza stampa di presentazione di Officine mobili della conoscenza, il nuovo programma che unisce innovazione, divulgazione scientifica, cittadinanza attiva e democrazia. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Comune di Bologna, Fondazione IU Rusconi Ghigi, Fondazione Golinelli e TPER SPA, con lo scopo di mettere in campo competenze e visioni complementari per costruire una città più inclusiva e orientata al futuro.
Durante il suo intervento, Antonio Danieli, vicepresidente e direttore generale di Fondazione Golinelli, ha affermato che: «La collaborazione al progetto del Comune di Bologna Officine mobili della conoscenza ci consente di porci un obiettivo ambizioso: raggiungere, nell’arco dei tre anni, oltre 61 mila studenti delle scuole primarie e secondarie del territorio metropolitano di Bologna e, grazie al coinvolgimento di insegnanti e famiglie, arrivare a un bacino complessivo di oltre 100 mila persone. I temi del percorso – dall’edutech alla cultura del dato, fino a intelligenza artificiale, machine learning, privacy, realtà virtuale e aumentata, cyber security, robotica e biotecnologie – si inseriscono in un approccio olistico alla cultura, che unisce arte scienza e tecnologia, tipico di Bologna e pienamente rappresentativo della missione della Fondazione. Un modello formativo che unisce competenze scientifiche e sensibilità umanistiche, preparando ragazze e ragazzi ad affrontare le sfide del futuro con uno sguardo aperto, critico e creativo.
La Fondazione Golinelli sostiene l’iniziativa con un contributo complessivo di 700 mila euro: 500 mila euro in kind, valore delle attività didattiche e formative messe a disposizione del progetto e offerte gratuitamente agli studenti e alla cittadinanza, e 200 mila euro destinati all’acquisto di tecnologie innovative per l’allestimento del motorhome. Questo laboratorio mobile, dotato di 30 postazioni individuali, e di alti spazi accessori, sarà innovativo e consentirà agli studenti di vivere le attività in prima persona, come protagonisti attivi di un percorso di scoperta e apprendimento. Grazie alla sua natura itinerante – ha concluso Danieli – raggiungerà anche quei contesti che difficilmente potrebbero accedere a esperienze formative di questo livello, fungendo da percorso di orientamento e da contrasto al disagio educativo».
Con Officine mobili della conoscenza, Bologna ribadisce il suo ruolo di città laboratorio, capace di connettere ricerca, cultura e comunità per affrontare le grandi sfide della contemporaneità.