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Del 19-02-2021

I CEO DELLE STARTUP DI G-FACTOR SI RACCONTANO: GABRIEL SCOZZARRO DI HOLEY

Gabriel Scozzarro è il CEO di Holey, una startup del settore medtech che ha partecipato alla call Life Sciences Innovation 2019 di G-Factor. Holey ha realizzato una soluzione in grado di produrre tutori ortopedici su misura stampabili in 3D, che possono sostituire sia il gesso tradizionale sia i tutori in commercio. Abbiamo intervistato Gabriel nell'ambito del format #InostriCEOsiraccontano, attraverso il quale i CEO delle startup che sono state accelerate da G-Factor ci spiegano quali sono stati i primi passi, gli insuccessi e i traguardi nella loro vita di imprenditori.

Chi è Gabriel Scozzarro? 
Sono un costruttore fin da bambino: avevo così tanti lego da riempire anche il guardaroba! Poco alla volta mi sono accorto che le mie costruzioni non erano più solo dei giochi, ma potevano essere una risposta concreta ai bisogni di altre persone. Essere in grado di risolvere problemi reali mi ha spinto a diventare prima di tutto un ragazzo curioso, poi un ingegnere e, infine, un imprenditore. 

Per questo oggi, insieme al mio team, continuo a costruire soluzioni innovative e inedite superando sfide e ostacoli e dando risposta a problemi che appartengono a un mercato estremamente complesso, incerto e volatile.


Perché hai deciso di fondare Holey?
Quando mi sono reso conto che un’idea, anche solo embrionale e teorica, poteva davvero trasformarsi in una soluzione concreta per i problemi di qualcuno, non ho avuto dubbi nel lanciarmi in questa impresa! Nella mia carriera da ricercatore mi sono imbattuto più volte in progetti che, seppur perfettamente funzionanti, non sono mai stati lanciati sul mercato, opportunità mancate di cui mi sono sempre dispiaciuto. Fondando Holey, quindi, non ho fatto altro che assecondare la mia naturale inclinazione: costruire una soluzione per più persone possibile!


Quali sono stati i tuoi più grandi traguardi e quali le tue più grandi sconfitte?
Oggi circa 100 pazienti in Italia hanno utilizzato i nostri tutori realizzati con la tecnologia della stampa 3D. La mia più grande soddisfazione è aver portato un’idea scarabocchiata su un foglio, a cui pochissimi credevano, a un prodotto installabile all’interno di una struttura sanitaria e dotato di sofisticate tecnologie. Durante il mio percorso di crescita ci sono stati anche altri momenti da festeggiare: il talento e il coraggio del team di Holey sono stati riconosciuti da importanti testate giornalistiche, come Forbes e il Sole 24 Ore, e giudicati meritevoli di prestigiosi premi da parte della Commissione Europea, della Regione Lazio e dell’Agenzia Spaziale Europea. 

Non sono mancati i momenti difficili e le sconfitte, come ad esempio le volte in cui un investitore ci ha detto chiaramente “no”, perché non siamo riusciti a trasmettere il valore della nostra soluzione, frutto di intenso lavoro e dedizione al progetto. Da queste situazioni abbiamo cercato però di trarre sempre un insegnamento e di tornare a casa con nuove idee per migliorare il prodotto o la sua narrazione.

Come descriveresti la tua esperienza di imprenditore e quali consigli daresti a chi sta iniziando?
La mia esperienza di imprenditore è stata come dover scalare una montagna e, contemporaneamente, imparare a farlo, rispondere a chi mi consigliava di scendere e affrontare i moltissimi problemi fuori dal mio controllo… la vista, però, era bellissima!

A chi sta iniziando oggi, direi che chiedere aiuto non è un peccato, che diventare un imprenditore comporta non poter guidare comodamente al centro della strada, ma sperimentare il lato destro o il lato sinistro, alla costante ricerca di un equilibrio che, forse, non arriverà mai. Infine direi: iniziate a fare ciò che dovete, poi fate ciò che potete, poi, all’improvviso, vi ritroverete a fare l’impossibile!