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Del 16-07-2021

LUCA SCAGLIARINI: IL CERVELLO E L'ARTIFICIAL INTELLIGENCE SONO COMPLEMENTARI

Chiedi a chi ne sa

Dai robot futuristici alle applicazioni come gli assistenti vocali, il music streaming o la guida assistita, l’intelligenza artificiale è entrata definitivamente a far parte della nostra vita quotidiana e sta cambiando radicalmente la ricerca internazionale. 

I computer sempre più spesso sono chiamati a comprendere il linguaggio umano, i vocaboli e le sfumature individuali, compito che richiede una grande quantità di connessioni logiche, esperienza di lettura, capacità interpretativa e una certa dose di “sensibilità” rispetto al testo.

 

Nell’ambito della nuova rubrica “Chiedi a chi ne sa” e in occasione del suo intervento alla Masterclass for STEAM, abbiamo chiesto a Luca Scagliarini, esperto di AI e semantic advertising per l’azienda Expert.ai, di fare il punto sull’intelligenza artificiale e sul suo impatto nella società.

 


Con un’esperienza pluriennale nel marketing e nel business development, oggi ricopre il ruolo di Chief Product Officer in un’azienda leader a livello internazionale nel campo delle AI semantiche. Da quando l’intelligenza artificiale è diventata una sua passione?


Dopo aver trascorso più di 10 anni in California, nel 2003 ho deciso di tornare in Italia con l’idea di esaudire uno dei miei desideri professionali: aiutare le aziende italiane ad affacciarsi sui mercati internazionali. Grazie alla collaborazione con alcune startup, avevo già maturato una discreta esperienza nell’ambito del software avanzato, ma quando ho iniziato a lavorare in Expert System (oggi Expert.ai) sono entrato in contatto con una realtà davvero all’avanguardia e ho iniziato un percorso molto stimolante e ricco di sfide. Da allora, i miei campi di interesse sono sempre stati due: da un lato, la ricerca di settori innovativi grazie ai quali le aziende possono competere all’estero, dall’altro, il mondo dell’intelligenza artificiale e della semantica, che poi è diventato il mio ambito di maggiore esperienza.

 

 

 

A che punto si trova la ricerca internazionale nel campo dell’AI e quali sono i progressi in corso?

 

Oggi siamo in una fase cruciale e molto interessante, perché stiamo passando dalla ricerca di base all’applicazione delle tecnologie ad ambiti pratici che interessano la nostra vita quotidiana. Le intelligenze artificiali non sono più astratte e intangibili, ma ci accompagnano ogni giorno nelle azioni di routine: basti pensare all’uso di Siri o alle app che abbiamo installato sui nostri cellulari. Allo stesso tempo ci troviamo ancora a un punto di partenza, poiché le potenzialità delle intelligenze artificiali sono ancora da esplorare: nei prossimi anni le ragazze e i ragazzi avranno moltissime opportunità da immaginare e cogliere. Potranno fare ricerca, individuare nuovi bisogni e mettere a frutto le loro competenze, sia tecniche che umanistiche. Saranno protagonisti e protagoniste delle professioni del futuro: data scientist, ingegneri/e del machine learning, esperti/e di data labeling, specialisti di hardware e così via.

 

 

 

Se prima l’intelligenza artificiale era un tema di nicchia per addetti ai lavori, ora tutti ne conoscono almeno l’esistenza. Ma quali sono i suoi limiti? E come pensa possano essere superati negli anni?

 

Per comprendere i limiti di un’intelligenza artificiale pensiamo a un software che, in quanto tale, non è in grado di raggiungere i nostri livelli di intelligenza. Una volta ridimensionate le aspettative, possiamo però apprezzarne le numerose potenzialità, dalla comprensione di un testo, al riconoscimento facciale, alla memorizzazione delle password. A oggi, ritengo non sia possibile che le macchine arrivino a sostituirsi all’essere umano, ma piuttosto sono in grado di aiutarci, ad esempio, nell’esecuzione di attività ripetitive. Per esempio ci aiuteranno sempre più alla guida dell’auto nel riconoscimento degli ostacoli, ma non condurranno il veicolo al posto nostro. E ancora: i riconoscitori vocali risponderanno alla richiesta di informazioni di base, ma non a domande complesse che presuppongano un ragionamento articolato.

 

Tra le sfide più attuali c’è insegnare alle macchine a imparare. Il settore dell’applicazione dell’AI al linguaggio si è posto il problema di indurre il computer a ragionare come faremmo noi, istruendolo con tecniche come l’approccio semantico o il labeling. Ma anche in questo caso ci sono ancora alcuni limiti di apprendimento, legati al fatto che il linguaggio ha regole precise che noi umani impariamo fin da piccoli in modo spontaneo e che è difficile trasferire ai computer . 

 

 

 

Un consiglio agli “apocalittici e integrati” dell’intelligenza artificiale. A chi teme che le macchine ci soppianteranno presto, cosa direbbe? E a chi invece crede che saranno l’unica soluzione al futuro dell’uomo?

 

Penso che l’efficienza e la capacità della mente umana siano talmente avanzate che una vera e propria competizione con la tecnologia non ci sarà. Possiamo forse ignorare, ad esempio, che le macchine si possono spegnere? Non credo proprio. Gli esseri umani sono ancora necessari per l’analisi, l’organizzazione, l’intuizione e la conclusione in relazione all’uso dei dati: ecco perché il nostro ruolo non solo non si estinguerà, ma sarà persino più importante. 

 

Circa la visione più ottimistica che individua nelle macchine la panacea di tutti i mali lancio una sfida a scienziati,ricercatori e ricercatrici: provatemi che sia così! 


Le due intelligenze, umana e artificiale, sono complementari e la sostituzione dell’essere umano a favore della macchina non è realistica. 

 

 

Intervista a cura di Annalisa Perrone, ufficio comunicazione e social media di Fondazione Golinelli

 

 

 

Luca Scagliarini, con un MBA presso la Santa Clara University e una laurea in ingegneria presso il Politecnico di Milano, è esperto di intelligenza artificiale e semantic advertising. Dopo aver ricoperto ruoli nel marketing e business development presso Soldo, SiteSmith, Hewlett Packard e Think3, diventa Vice President Strategy & Business Development di Expert System e Chief Product Officer, ora Expert.ai, azienda italiana fondata nel 1989 a Modena e tuttora leader mondiale nel campo delle AI semantiche. Pubblica regolarmente blog post che raccontano applicazioni reali di intelligenza artificiale e di cognitive computing.

 


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