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Del 09-04-2021

I CEO DELLE STARTUP DI G-FACTOR SI RACCONTANO: CATERINA LA PORTA DI COMPLEX DATA

Caterina La Porta è la CEO di ComplexData, una startup che ha partecipato alla call Life Sciences Innovation 2019 di G-Factor. ComplexData ha sviluppato una piattaforma che usa l’intelligenza artificiale per stimare il rischio di metastasi 

 

 

Chi è Caterina La Porta?

 

Prima di tutto sono una scienziata. Ho deciso di intraprendere questa carriera perché sono una persona estremamente curiosa e ho sempre voluto capire in profondità l’essere umano. Per anni ho lavorato per capire cosa ci fosse alla base di una patologia come ad esempio quella di un tumore. Ho sempre creduto che per capire perchè un qualcosa giunge al non svolgere più il suo corretto andamento, bisogna andare alla base del suo funzionamento.  Per questo, studiare le patologie del corpo umano mi è sembrato un modo molto efficace per comprendere profondamente l’essere umano. 

 

 

Perché hai deciso di fondare ComplexData?

 

Negli ultimi anni ho promosso un ambiente di lavoro interdisciplinare che combina la medicina con le scienze dure e utilizza metodi avanzati come l’intelligenza artificiale e analisi di BigDati. Questo lavoro scientifico ha portato a risultati importanti che hanno una ricaduta sulla sostenibilità delle startegie teraputiche. Abbiamo sviluppato un metodo che permette di calcolare il rischio di un paziente con un tumore primario alla mammella triplo negativo di diventare aggressivo e quindi dare luogo a tumori secondari. Questa scoperta consente all’oncologo di scegliere una terapia personalizzata. Ho deciso di fondare ComplexData per portare sul mercato questa e altre invenzioni sviluppate nella mia attività di ricerca. La nostra piattaforma Ariadne ha ricevuto il marchio CE per essere venduta e utilizzata in tutta Europa oltre a essere stata protetta con un brevetto internazionale.

 

 

Quali sono stati i tuoi più grandi traguardi e le tue più grandi sconfitte?

 

Nella mia vita professionale ho ottenuto vari riconoscimenti accademici. È una grande soddisfazione essere conosciuta a livello internazionale per i miei lavori che sono stati pubblicato nelle più importanti riviste scientifiche. Nella vita di una scienziata si è continuamente valutati e giudicati ed è normale che a volte il giudizio sia negativo. A volte progetti su cui avevo lavorato molto non sono stati finanziati, ma non mi sono mai persa d’animo e sono sempre molto positiva e cerco di imparare dalle sconfitte o errori. La vita delle donne scienziato non è semplice e si è sempre giudicate più severamente degli uomini. Questa resilienza di fronte alle sconfitte è fondamentale anche per la vita di un imprenditore come ho imparato in questi due anni!

 

 

Come descriveresti la tua esperienza di imprenditore finora e quali consigli daresti a chi sta iniziando?

 

La mia esperienza di imprenditrice è stata molto interessante perchè ho conosciuto molte persone non legate al mio mondo e se possibile è diventata ancora più intensa. Il mio consiglio a chi comincia, è di porsi degli obiettivi precisi e delle scadenze: lo sviluppo di una startup è fatta di molti step ed è necessario affrontarli con molta organizzazione e metodo. In questo, la mia esperienza da scienziata è stata estremamente utile ma anche la mia vita di mamma che comunque deve organizzare una famiglia!