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Del 03-12-2021

LA SPIRULINA NON È UN'ALGA

Forse non ricordavi che...

Tra le attività didattiche e formative, Fondazione Golinelli propone a scuole e insegnanti attività di microscopia sulla spirulina. Forse non ricordavi che quella che viene comunemente definita un’alga, in realtà è un cianobatterio dall’aspetto filamentoso e dal colore verde scuro che, grazie alla presenza della clorofilla, trasforma l’anidride carbonica in ossigeno.

Sana, sostenibile e utile nelle missioni spaziali, l’arthrospira platensis, conosciuta come spirulina, è al centro di numerose ricerche scientifiche. Essa cresce spontaneamente nei laghi con acque calde e alcaline, soprattutto in America centro-meridionale e in Africa, ma oggi viene coltivata all’interno di bacini chiusi in moltissimi paesi. Una volta raccolta ed essiccata, dà vita a una polvere utilizzata come integratore alimentare o come ingrediente in diversi prodotti come pasta, bevande, gelati.

 

TRA ANTICHE TRADIZIONI E PROSPETTIVE FUTURE

L’impiego della spirulina ha origini antichissime: già nel XVI secolo gli Aztechi raccoglievano nel lago messicano Texcoco uno speciale alimento che chiamavano “cibo degli dei”; mentre in Africa veniva estratto un fango verde-bluastro da mescolare ai cereali per la preparazione di focacce o minestre. 

Nel 1974 l’Organizzazione delle Nazioni Unite e la World Health Organization hanno riconosciuto la spirulina come cibo del futuro, promuovendone il consumo per combattere la malnutrizione. Proprio in virtù delle sue proprietà nutrizionali, infatti, negli ultimi anni la spirulina ha riscosso un grande successo.

 

BENEFICI, NON MIRACOLI

La spirulina è proposta spesso come integratore alimentare miracoloso, perché fra l’altro le vengono attribuite qualità terapeutiche antinfiammatorie, antiossidanti e perfino antitumorali. Tuttavia, le recenti pubblicazioni della FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) e di alcuni istituti di ricerca ridimensionano i benefici associati al consumo della spirulina. Infatti, gli studi sugli effetti positivi di questo alimento – effettuati in vitro o su modelli animali – non arrivano a risultati conclusivi e necessitano di ulteriori approfondimenti.

Quel che sappiamo è che la spirulina è una fonte preziosa di proteine: in percentuale, ne ha tra il 60% e il 70% in peso. In particolare, contiene quasi tutti gli amminoacidi essenziali, minerali come calcio, potassio, fosforo, magnesio, zinco, rame e ferro, e vitamine, soprattutto del gruppo A ed E.

I grassi che contiene appartengono alla famiglia dei mono e dei polinsaturi, con prevalenza netta degli omega-6 rispetto agli omega-3, che, se ben bilanciati, migliorano i livelli di colesterolo nel sangue e dei trigliceridi, normalizzano la pressione arteriosa e migliorano la funzionalità del sistema immunitario.

 


VERDE, AMICA DELL'AMBIENTE E SOSTENIBILE

Oggi la spirulina è prodotta a livello industriale dentro grandi vasche con un impatto ambientale positivo, perché l’acqua è riutilizzata per la produzione successiva.

Il punto di forza della spirulina è il ciclo vitale: sono sufficienti l’acqua e una buona irradiazione solare per avviare un processo di fotosintesi che consuma molta CO2, con un’efficienza elevatissima: una piccola vasca delle dimensioni di 90x90x210 centimetri cattura 400 volte più anidride carbonica delle piante che potrebbero essere messe a dimora nella stessa superficie. Perciò, produrre spirulina su larga scala potrebbe dare una mano anche al clima, contribuendo a ridurre la CO2.

 

MISSIONE SPAZIALE

Negli anni Novanta la NASA e l’ESA, rispettivamente Agenzia Spaziale Statunitense ed Europea, hanno inserito la spirulina nella dieta degli astronauti e delle astronaute, individuandola come uno degli alimenti da coltivare durante le missioni spaziali di lunga durata.

Oltre a essere usata come alimento, la spirulina, essendo in grado di eseguire la fotosintesi clorofilliana, può servire per purificare l’acqua, catturare l’anidride carbonica, fornire ossigeno in ambiente extraterrestre e, in quanto elemento green, ridurre il livello di stress.

Nel progetto MELiSSA dell’ESA, un campione liquido di spirulina è stato caricato in un fotobioreattore, che è un cilindro immerso nella luce: in un mese, i cianobatteri hanno sfruttato la luce per ottenere energia, producendo ossigeno come sottoprodotto, con la stessa velocità che avrebbero impiegato sulla Terra. Questi microrganismi possono essere usati sia per produrre ossigeno sia per ottenere una biomassa che può essere purificata e introdotta nell’alimentazione degli astronauti e delle astronaute, poiché di altissima qualità nutrizionale.

Grazie al fatto che può essere coltivata all’interno di veri e propri acquari, la spirulina avrà un ruolo importante anche nelle future missioni più lunghe, dove sarà indispensabile produrre il cibo in loco. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha già cominciato a studiare cosa sarà possibile coltivare su altri pianeti e portare in tavola per un’ipotetica cena su Marte: salsa verde di pomodoro e gnocchi di spirulina potrebbero essere i piatti forti del menù.


A cura di Annalisa Perrone e Sara Zarifian