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Del 27-04-2023

ULISSE ALDROVANDI E I MOSTRI CELESTI: INTERVISTA A EUGENIO BERTOZZI

Chiedi a chi ne sa

In occasione della mostra “Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi” e dei “Dialoghi di Arte e Scienza”, ciclo di incontri promosso da Fondazione Golinelli e Sistema Museale di Ateneo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna (SMA), abbiamo intervistato il professor Eugenio Bertozzi. Ricercatore del dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Bologna e referente scientifico per la collezione di fisica di SMA, Bertozzi - nell’ambito della rubrica “Chiedi a chi ne sa” di Fondazione Golinelli - ci ha parlato di Ulisse Aldrovandi, del suo modo innovativo di collezionare e dei mostri celesti.

Professor Bertozzi, chi è Ulisse Aldrovandi e perchè è importante ricordarlo?
Naturalista e botanico bolognese, fondatore della scienza naturale moderna, Aldrovandi (1522-1605) è uno dei protagonisti del Rinascimento, periodo di riscoperta dei classici, di esplorazione di nuove terre e della Rivoluzione Scientifica. In questo contesto l’osservazione assume un significato inedito: non si tratta più di guardare semplicemente alla realtà, ma di provare a comprendere le leggi che stanno dietro a essa.

È un’epoca dunque di grande interesse per il mondo naturale e per il sapere scientifico in cui la figura di Aldrovandi spicca per la sua personale visione della natura e del collezionismo.
Curioso e intraprendente d’indole, sin da giovanissimo, sperimenta i suoi primi viaggi in cerca di avventure e conoscenze tra Roma e Santiago de Compostela. Ritornato a Bologna, decide di rimanervi stabilmente, forte delle esperienze vissute e con una visione arricchita del mondo.


In che modo Aldrovandi incarna lo spirito del Cinquecento?
Nel XVI secolo si sviluppa un nuovo modello di collezionismo noto come Wunderkammer, le “camere delle meraviglie” dove custodire, in modo ordinato, oggetti naturali e artificiali provenienti dal mondo della natura, dell’arte e non solo, che suscitino stupore.

Con questo spirito e con l’aiuto di varie collaborazioni, Aldrovandi creò nella sua casa-studio il primo museo moderno, da lui definito il “mio caro tesoro”, donato poi alla città di Bologna. Un “microcosmo di natura” in cui più di 18000 elementi censiti - naturalia, artificialia e mirabilia - forniscono anche un supporto didattico per altri studiosi.


Dunque Aldrovandi potrebbe essere considerato un “enciclopedico”?
Il naturalista sostiene che per conoscere la realtà bisogna catalogarla e darle un nome, costruendo un enciclopedia con un approccio scientifico che rispetti una struttura precisa. Per esempio, nello studio del mondo animale riportava, oltre al nome, l’habitat e l’anatomia, anche consigli sull’uso in cucina e in altri ambiti. Informazioni e ricerche erano poi illustrate da abili artisti dell’epoca che Aldrovandi coinvolgeva, sposando così una visione della cultura multidisciplinare.

Inoltre, raccolse numerose varietà di fiori e piante provenienti da tutto il mondo allora conosciuto e ancora oggi conservate nei 15 volumi che compongono l’“Herbarium”, a partire dal quale il naturalista fondò nel 1568 il primo orto botanico di Bologna. Diventato rapidamente un centro di riferimento per la ricerca, l’orto attirava numerosi studenti di medicina desiderosi di osservare le piante con cui preparare poi medicinali.


L’opera più sorprendente di Aldrovandi potrebbe essere il “Monstrorum Historia”, esposta al Centro Arti e Scienze Golinelli fino al 28 maggio. Di cosa si tratta?
È un trattato universale sui mostri, un’enciclopedia dettagliata sui prodigi della natura, un catalogo ragionato di stranezze viventi, arricchito da splendide illustrazioni.

Nel volume, Aldrovandi esplora il concetto di mostruosità inteso come bizzarria “meravigliosa”, eccezione alla regola che in quanto tale va capita e rispettata. Lo scienziato si ingegnava infatti per scovare casi eccezionali, come per esempio un uomo che aveva imparato a scrivere tenendo una matita in bocca, non avendo l'uso delle mani e per il quale Aldrovandi nutriva grande curiosità.

Nel “Monstrorum Historia” ci sono anche i mostri celesti. È il caso del fenomeno del Parelio, dell'eclissi solare e del “prodigio celeste della cometa”. Il primo, anche detto “mostruosità del sole” consiste nell’osservazione distorta e moltiplicata della stella, causata da minuscoli cristalli di ghiaccio esagonale che si formano nell'atmosfera. Del secondo mostro celeste, le eclissi, Aldrovandi indica che potrebbe avere due origini, una scientifica e una divina; del terzo mostro, le comete, Aldrovandi discute l'origine, la forma e ne sottolinea l'effetto al contempo sbalorditivo e terrificante. Nell'interrogarsi sulla relazione tra legge di Natura e legge Divina, lo scienziato anticipa un dibattito che avrebbe assunto importanza di lì a poco con Galileo Galilei.

 

A cura di Diego Donato, Giusy D’Urso, Francesco Giuliani, Francesco Rocco, Rebecca Sandroni.
Editing: Annalisa Perrone e Alice Zenobi

 

La conferenza è disponibile online sul Canale YouTube di Fondazione Golinelli.