Innumerevoli sono le morfologie prodotte dalla natura, così che l’animato e l’inanimato possano essere coinvolti in un “gioco degli equivoci” e confondersi. Miti e credenze, scorrette interpretazioni e truffe, hanno una lunga storia che coinvolge i fossili e ciò che ci raccontano in quanto testimonianze della vita.
Di fossili e stravaganza della natura parleranno Roberto Barbieri, Professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali — BiGeA dell'Università di Bologna, e Michela Contessi, conservatrice presso Sistema Museale di Ateneo - Collezione di Geologia "Museo Giovanni Capellini", durante l'incontro "Natura bizzarra: le strane forme che può assumere un sasso e ancor più strane spiegazioni".
Quando: giovedì 13 aprile, ore 9.30-10.30
Dove: Opificio Golinelli
Per chi: studenti e studentesse delle scuole secondarie di I grado (terza classe) e di II grado
Per informazioni: e-Mail: mostra@fondazionegolinelli.it | Tel. +39 051 0923200
Prenotazione obbligatoria compilando il modulo qui.
L'incontro fa parte di "Dialoghi di arte e scienza", il ciclo di conferenze per le scuole di Fondazione Golinelli e Sistema Museale di Ateneo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, in occasione della mostra "Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi".
Roberto Barbieri è stato professore ordinario di paleontologia all’Università di Bologna fino alla fine del 2022, si è occupato di paleontologia dei microrganismi, prima in ambito industriale e poi accademico. Negli ultimi 20 anni ha indagato i rapporti tra ambiente fisico e comunità microbiologiche in diversi tipi di ambienti estremi per valutarne la possibilità di fossilizzare e il loro significato nella ricerca di tracce di vita extraterrestre.
Michela Contessi consegue la Laurea nel 2009 e il Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra nel 2012 presso l’Università di Bologna dove lavora attualmente come conservatrice presso la Collezione di Geologia "Museo Giovanni Capellini". Come geologa e paleontologa, partecipa a diversi progetti di ricerca sul terreno, principalmente finalizzati allo studio delle impronte di tetrapodi Mesozoici per ricostruire gli ecosistemi e le relazioni tra faune fossili. Le campagne di scavo la conducono in Italia, Francia, Alaska, Canada, Tunisia e Turkmenistan. Lavora due anni presso il British Geological Survey a Nottingham, in un progetto di digitalizzazione degli olotipi delle collezioni inglesi. Rientrata in Italia si dedica per alcuni anni all'insegnamento nelle scuole secondarie, sempre mantenendo collaborazioni e svolgendo volontariato in musei di storia naturale, torna infine a Bologna come conservatrice del Museo Capellini. Anche se il primo amore rimangono i dinosauri, è appassionata di storia della scienza e le collezioni dei musei bolognesi rappresentano un'inestimabile risorsa per nuove ricerche.
Foto: Pesce fossilizzato, Eocene (47 milioni di anni)
Credits: Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini”, SMA – Sistema Museale di Ateneo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna